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ho quattordici anni quando nonna laura (la nonna materna) mi invita a partecipare ad un concorso di poesia e pittura a lavagna ("le caravelle"). invio un testo e un quadro. vinco il primo premio in entrambe le sezioni. non ho mai più partecipato a un concorso di pittura, ma inizio a partecipare a concorsi di poesia (è il periodo in cui esce la rivista "il grillo" di felice ballero, che pubblica i regolamenti di vari premi letterari italiani). ho la promessa dei miei nonni, sia materni che paterni, che ogni volta che vincerò il primo premio loro -
una volta mia madre mi accompagna in val formazza, e prendiamo una seggiovia a precipizio. con nonna laura ricordo un viaggo a villetta, in toscana, per il primo premio di una poesia intitolata "zero", con una cerimonia di premiazione a base di torta di riso. con i nonni paterni ricordo due viaggi in treno a milano, e due a roma.
nel dicembre 1994 pubblico "petali d'artiglio", edizioni tigullio-
il libro vince il premio poesia edita "città di adelfia" (bari). alcune poesie -
inizio l'università, smetto di partecipare a concorsi di poesia, ricomincio a giocare a calcio.
da allora non pubblico più libri di poesie. nel 2003 -
ogni voce che mi nasce
è petali d'artiglio confitto nella pietra
nudamore alla vita
il getto che mi genera
[p. 21]
un qualche qualunque giorno
tra di noi
purezza di amici
provati nelle parole e nei gesti
nel tempo che ci ha l'un l'altro
conosciuti al fondo del cuore
un qualche qualunque giorno
indossate le nostre ali di brezza
ce ne andremo alle falde dell'estate
per accamparci a giocare a calcio
s'un calorifero di sabbia
[p. 23]
eppure l'abbacinante nero
mi germoglia di stelle
profondità e certezza
è il tempo che mi sale passo a passo
cui ultima dimora
s'apre la soglia del cuore
voglio viverne
il silenzio e la verità
intensamente però limpido
[p. 54]
quaggiù solo esserci
è già avere bisogno
in ogni pupilla la voce
che dice un sorriso di dentro
e il bisogno di sguardi
di parole profonde
l'ultima presunzione
la più orrenda
è chi basta a se stesso
[p. 59]
la vita s'autunna goccia goccia
e al vecchio albero macero
giunge il tempo
in cui nascere un abito di memorie
stillarne la meraviglia
di quelle ore di primasera
quando del giorno
il dolce tremito di fiamma
a poco a poco si assottiglia
stillarne luce
fino all'ultimo respiro
[p. 17]
si vuole e mi si chiede
ch'io assecondi lo spigolo
delle ore chiuse ad ogni dialogo
ad ogni sguardo di pupille
o affettuoso gesto
sul cammino di ogni via
giace il sasso inevitabile
che il passo inciampa
comunque vivere
una rosa serrata nel pugno
senza gemito
[p. 48]
ci si può dire che siamo altri
che lo saremo
ma c'è un punto che finisce il viaggio
e fa queste le cose
perchè è tutto qui
ed ecco ch'è nulla il nulla
e il fiore fiore
tutto a se stesso riconduce
il silenzio irresolubile
e riduce le cose al loro specchio