musica leggera - paolo donadoni

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musica leggera

nel 2007, rileggendo alcuni testi in corso di correzione, ho il desiderio di provare a coniugare parola e musica. mi dicono di un uomo che suona la chitarra. si chiama graziano nardini, lo conosco soltanto di vista, ma ricordo che una volta era stato mio cliente per una pratica legale. invece di pensare "chissà in quanti suonano la chitarra...", una sera d'estate lo incontro. è solo, seduto su una panchina, guarda il mare. l'una di notte, all'incirca. mi fermo, parliamo. accetta con qualche titubanza di leggere due miei testi. una settimana dopo mi telefona proponendo un incontro. si presenta con la chitarra, in piazza del sole, a notte fonda, nel vento, suona e canta "la lettera", la prima canzone. mi confida, in seguito, che temeva gli avrei consegnato qualcosa sul tipo sole cuore amore, invece quando legge le prime righe si innamora subito del testo: "è una notte che fa schifo / il vento nelle budella / non so come sia entrato / forse alla chetichella".
le canzoni nascono tutte così. scrivo e consegno il testo a graziano. lui trova il ritmo, la voce, i colori. graziano riesce a entrare nelle parole senza forzarle. è un uomo che sa condividere il diverso da sè. una notte gli consegno il testo de "l'albero". arrivato a casa mi metto a letto, e subito squilla il cellulare. un sms di graziano mi dice ch'è tutto fatto, quella canzone gli è entrata subito nelle vene. sono sotto le coperte, e sorrido. mi piace la gente così, genuina, che non sa aspettare, accende ed esplode la sua quieta rivoluzione come le gemme in primavera.   

c’era una volta una guerra per la pace. avrebbero potuto combatterla con i rametti d’ulivo, con i buffetti sulla guancia o lanciando caramelle. ma nessuno deve averci pensato per tempo. e, dopo, era troppo tardi. quando i morti prendono sonno è difficile svegliarli.


successivamente si aggiunge francesco carpineti, chitarrista e compositore, che si occupa di predisporre gli arrangiamenti delle canzoni. per l'esecuzione è necessaria la partecipazione di numerosi musicisti, dato che alcune canzoni (es. "nascondino" e "non è ancora finita") prevedono molti strumenti (basso, batteria, violino, violoncello, fisarmonica, flauto traverso, clarinetto basso, etc.). inizio a cercare. prima dell'estate 2008 li trovo tutti, tranne il violoncellista.
un giorno mi presento in conservatorio a genova. all'ingresso l'usciere mi dice che c'è un professore di violloncello che sta facendo lezione. salgo le scale e busso alla porta del prof. nevio zanardi, il quale interrompe la lezione e mi ascolta con cortesia. trova il progetto di suo gradimento e mi garantisce che provvederà a farmi contattare da un suo allievo. una settimana dopo mi chiama domenico ermirio.
nel settembre 2008 vede la luce "fino alla fine", libro + cd musicale, una monografia dedicata alla guerra vista e raccontata da un caleidoscopio di punti di vista differenti: quello del soldato, del bambino, dell'albero, della bomba, del viottolo di montagna...
le musiche sono di graziano nardini, gli arrangiamenti di francesco carpineti. collaborano a questo progetto tanti amici. alcuni componenti della filarmonica cristoforo colombo di s. margherita ligure, sotto la direzione del maestro alessandro cardinali, suonano l'accompagnamento musicale al brano in prosa "signor generale". gli alpini del coro voci d'alpe di s. margherita ligure cantano il coro della canzone "la bomba". valentina siotto cura la grafica del libretto, che viene stampato da lorenzo canessa, carlo macchiavello è il web master del sito internet, chiara maddalo realizza alcuni manifesti artistici dedicati all'iniziativa.

tutto è assurdo, tutto ha un senso
negli occhi dei bambini
ogni sogno è immenso


per qualche tempo - con una versione ridotta del gruppo (nardini e carpineti, francesco arpe, enrico di bella, eleonora mecca, sara antola) - viene portato in giro uno spettacolo musicale tratto dal cd (recco, s. margherita ligure, casarza, riomaggiore...).
la canzone "nascondino" racconta il punto di vista di un bambino. nel cd la canta christian mistretta, anni 14. è un'età di transizione. christian cresce e la voce cambia. non può più cantare "nascondino". gli subentra la sorella, sara. di lui, più timido, resta la voce nell'incisione; per lei invece, bimba esuberante, le esibizioni in pubblico. la madre, eleonora mecca, suona il flauto traverso.


INDICE DEL CD

1. la casa matta - parte I [notturno]

2. quel suo sguardo lontano [neve]
3. dottore! [cronaca]
4. il franco tiratore [relativo assoluto]

5. il disertore [notturno]

6. il disertore [missiva]

7. chissà dove va [mattinale]
8. signor generale [intermezzo]
9. nascondino [gioco]

10. la guerra dimenticata [prosa]
11. la lettera [notturno]
12. il mio sangue sparso [notturno]

13. la vendetta [prosa]

14. l'albero [luminescenza]
15. la città aveva pioggia alle finestre [effluvio]
16. non è ancora finita [appunti]
17. la dichiarazione di guerra [prosa]
18. la bomba [monologo corale]
19. far scomparire un morto [...]
20. la casa matta - parte II [notturno]


chissà dove va

la verità non era
una bandiera
né l’onore in battaglia
per una medaglia

o un pacchetto
di sigarette
una divisa nuova
con le stellette

la verità non era
nello sguardo di un amico
il suo sorriso
che mi ha tradito

nascondino


quel suo sguardo lontano

verrà la neve
a ripulire gli occhi
seccherà il sangue
sterminerà i pidocchi

tornerà il sonno
a cullare l’oscurità
seppelliranno le pistole
sotto mille verità

e arriverà la neve
a imbiancare il cuore
ci lascerà tutti
senza parole

la bomba

ho amato il mio nemico
in assenza di testimoni

IL VIOTTOLO

ho vissuto calpestato dalle orme, dai piedi di cui erano orme, dai corpi di cui erano piedi, dal sangue dei loro corpi e la loro frenesia. di qui sono passate moltitudini in marcia perché la vita venisse dimenticata, fantasmi preoccupati del proprio scheletro. anche i miei sogni sono stati più popolosi di quanto richiedesse la civile convivenza e la conservazione dello stato di buona salute. è dall’immemore che non passano capriole di bimbi, invece, che giochino con la spensieratezza, seminando ai quattro venti gioia e stravaganza. qualche tempo addietro è capitata una missiva in busta chiusa, rimasta due giorni all’adiaccio, prima di finire in pancia ai topi, per grazia del ragazzino sventurato a cui era caduta di saccoccia e di chi aveva riposto fiducia nella sua puntata e fuga fino alle tane segrete arroccate sulle rocce. ci sono uomini, ultimamente, che vivono squadernando la notte con racconti di inchiostro nero. altrimenti braccati dalla luce come prede. di molte orme ho conosciuto anche la durezza del volto, caduto a picco nel nulla eterno. nessuno mi ha mai chiesto scusa per quelle statue ripiegate al suolo dalla forza di gravità, ingorde del loro sangue. ho faticato a immaginarli leggeri quei corpi di pietra, quando li avevo addosso finché qualcuno non portava via chi era stato qualcun altro, magari soltanto perché si erano conosciuti una sera raccontando barzellette sottovoce o per fare un favore alla pietà. ho sempre desiderato essere un viottolo di montagna, diramare in salita per sentire il fiato di chi cammina all’aria buona, impervio all’occorrenza, con le vette innevate come un berretto da tenersi in testa per sapere che fa freddo. sono nato con vocazione naturale a socializzare con le bestie: pruriti di formiche, fughe di lucertole, il solletico dei fringuelli che zampettano, le unghie dei felini e la lama dei loro occhi, il velluto delle volpi quando abbuia. credevo di essere un viottolo destinato al quieto vivere, prima che il gallo canti allo sbadiglio di palpebre dei volatili, fino a quando solo il gufo scalpita per inebriarsi della notte. non avevo considerato, tuttavia, l’ipotesi che possa tornar bestia con tanta facilità il sapiens sapiens. non mi avevano riferito che avesse già nascosto le armi tra gli indumenti negli armadi, le munizioni nel doppio fondo dei cassetti; che anche le formiche, le lucertole, le volpi hanno paura di stanare: che ogni guerra, anche ai margini, è universale.

al progetto hanno partecipato:

graziano nardini
, voce e chitarra
francesco carpineti
, chitarra
francesco arpe
, chitarra e basso
gabriele garibotto
, pèianoforte
paolo banchero
, fisarmonica
maurizio borzone
, violino
domenico ermirio
, violoncello,
piergiorgio benvenuto
, tromba
eleonora mecca
, flauto traverso
sara antola
, clarinetto basso

enrico di bella, percussioni
cesare graziano
, batteria
cristian mistretta
, voce
lucia vaccarezza
, voce
diego mecca
, voce recitante
enrico pianigiani
, studio di registrazione
lorenzo canessa
, tipografia
valentina siotto
, grafica
carlo macchiavello
, web master
chiara maddalo
, manifesti artistici
il coro voci d'alpe di s. margherita ligure
la filarmonica cristoforo colombo di s. margherita ligure

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